Gli Interpol sono una band Newyorkese che nasce alla fine degli anni '90 dalle menti di uno studente universitario: Daniel Kessler, futuro chitarrista e direttore d'orchestra del combo indierock.
Cambiato il batterista e ingaggiato il baritonale Paul Banks come vocals/2ndguitar inizia l'
avventura nel mondo della musica della band che dopo un paio di ep riesce a dar vita nel 2002 a
Turn on the Bright Lights, uno dei migliori dischi dell'ultimo decennio (imho), nonchè uno dei miei preferiti in assoluto.
Le sonorità non suoneranno certo nuove e i chiari rimandi alla new wave ottantiana non possono che far sciogliere il cuore dell'ascoltatore, apripista del disco la sognante e dilatata
Untitled con chiari rimandi ai vecchi
Chameleons (tra le bandsz più influenti per il loro sound) e si chiude con l'altrettando malinconica Leif Erickson. Tra ottimi intrecci di chitarre e alcune delle lyrics più ispirate che abbia mai letto, gli Interpol riescono ad ottenere sufficiente successo per un tour Europeo e lì confermano la qualità della loro proposta, ispiratrice di molti (pessimi) cloni negli anni a venire.
A due anni di distanza vede luce Antics, lavoro che si mantiene sulle linee del precedente, perdendo un po' di malinconia ma conquistando il pubblico
mainstream con brani supercatchy quali
Slow Hands e
C'mere, ma sempre di ottima fattura. Il successo è tale da portare il gruppo al successo mondiale e al passaggio sotto major, che pubblicherà il terzo lavoro
Our Love to Admire tre anni dopo.
Il caro quartetto, evidentemente promettendosi di cambiare un po' sonorità, riesce a metà in questo terzo disco, costruendo perle pop del calibro di
The Heinrich Maneuver (singolone) e
No I in Threesome ma con grosse cadute di stile su 3/4 tracce del disco, portando quindi la maturità del sound ad una data da definirsi, con questo lavoro da 6,5. La data è stata fissata nel 2010, non resta che aspettare.